La lattasi è un enzima, ovvero una proteina, prodotta dal nostro corpo che è in grado di digerire il lattosio, lo zucchero del latte. Si sente spesso parlare di intolleranza al lattosio, ma come funziona la lattasi?

Scopriamolo insieme.

Enzima lattasi: cos’è?

Il lattosio è uno zucchero composto, appartenente alla famiglia dei disaccaridi, ed è formato da un’unità di glucosio ed una di galattosio. Questo zucchero viene prodotto dalla ghiandola mammaria dei mammiferi: perciò, tutti i tipi di latte prodotto dai mammiferi contengono lattosio. 

Ogni volta che ingeriamo qualcosa, il nostro corpo deve scomporla per poterla assimilare, e riesce a farlo grazie agli enzimi digestivi. Il lattosio, essendo un disaccaride, deve essere scomposto in glucosio e galattosio per essere assorbito dall’organismo, ed è qui che interviene la lattasi: proprio come una forbice, divide il lattosio nei due zuccheri più semplici, che possiamo assimilare e utilizzare come fonte energetica. 

La lattasi viene prodotta a livello degli enterociti (le cellule intestinali), ed è qui che interviene sullo zucchero. 

Intolleranza al lattosio: come e perché?

L’intolleranza al lattosio è uno dei disturbi più diffusi nella popolazione. Esistono diversi tipi di intolleranza al lattosio, tant’è che è possibile distinguere almeno tre cause di insorgenza:

  1. Perdita fisiologica della capacità di produzione della lattasi
  2. Intolleranza genetica 
  3. Incapacità transitoria di produrre lattasi in seguito a patologia

Nel primo caso, l’intolleranza al lattosio è data da una normale e fisiologica riduzione della produzione dell’enzima lattasi. La capacità di digerire il lattosio è alta nel neonato, che produce molta lattasi in quanto il latte è la sua unica fonte di energia nei primi mesi di vita. Crescendo, la capacità di produrre lattasi diminuisce perché non più necessaria. Questo è dovuto a una condizione genetica: i geni che codificano per la produzione di lattasi tendono a funzionare “sempre meno”. In questo caso l’intolleranza è irreversibile, anche se alcune persone riescono comunque a consumare piccole quantità di lattosio.

L’intolleranza al lattosio determinata geneticamente è una condizione piuttosto rara che si manifesta già in età neonatale. In pratica, il gene che consente di produrre l’enzima lattasi è mutato, e questo rende l’individuo incapace di digerire il lattosio, perché privo completamente dell’enzima che consente di scinderlo in due zuccheri semplici. Questi casi sono piuttosto complicati, perché in età neonatale è necessario nutrire il bambino con un latte completamente privo di lattosio, se non si vuole incorrere in sintomatologie spiacevoli e ritardo di crescita. In età adulta, le persone prive di lattasi non riusciranno a tollerare nemmeno piccole quantità di lattosio.

Infine, è possibile che si verifichi un’incapacità transitoria a digerire il lattosio. Come detto in precedenza, la lattasi viene prodotta dalle cellule dell’epitelio intestinale. Se per una qualche condizione patologica (ad esempio celiachia non diagnosticata, gastroenteriti o infezioni virali, morbo di chron) l’intestino è infiammato, la sua capacità di produrre la lattasi sarà compromessa temporaneamente. In questi casi, è sufficiente ripristinare le condizioni di salute intestinale ed astenersi temporaneamente dal consumo di lattosio per recuperare l’intolleranza.

Come faccio a sapere se sono intollerante al lattosio?

Solitamente il dubbio insorge nel momento in cui, in seguito all’ingestione di alimenti contenenti lattosio, si manifesta una sintomatologia fastidiosa a livello prevalentemente addominale.

Non digerendo il lattosio, questo giunge alla flora batterica intestinale, che metabolizzandolo fermenta. A questo punto si può avere produzione di gas e richiamo di acqua nel lume intestinale: il risultato possono essere gonfiore e dolore addominale, con pancia gonfia e dura, scariche di diarrea alternate a periodi di stitichezza, meteorismo. In alcuni casi compaiono anche cefalea ed eruzioni a livello cutaneo. 

Per approfondire l’intolleranza al lattosio l’esame più diffuso è il breath test che consiste nella misurazione dei livelli di idrogeno nel respiro del paziente prima e dopo il consumo di lattosio. In caso di intolleranza infatti, verrà prodotto più idrogeno a causa della fermentazione che si verifica a livello intestinale. Si può anche procedere con un test genetico, per verificare la predisposizione o l’origine dell’intolleranza al lattosio. In questo caso, si va a indagare un’eventuale mutazione del gene che codifica per la lattasi.

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Autore

Dott.ssa Giulia Aliboni – Biologo Nutrizionista

Laurea triennale in Biologia presso Università di Pisa nel 2018 e Laurea Magistrale in Alimentazione e Nutrizione Umana presso Università Statale di Milano nel 2020. Esperta in nutrizione personalizzata, disbiosi intestinale ed intolleranze alimentari. Socio Sinseb (Società Italiana Nutrizione Sport e Benessere).